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A novembre

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I pomeriggi bui sembrano eterni

mille cose da fare e l’entusiasmo che smorza

come un lumino, consumata la cera.

Le foglie non hanno eguale destino.

C’è un pressappoco a ritardare il declino

di quelle sospinte dal vento in un viaggio illusorio.

Altre giacciono da tempo fradicie al suolo.

 

Tutto sta nella bruma come in un velo

ogni corpo misterioso ed assente nei suoi dettagli

i passi e i passanti le vuote panchine

i fiori e le croci ed il sole che splende soltanto

per chi è nato in un dì di novembre

nonostante il grigiore d’una nebbia sottile

che si confonde col fumo che sale.

 Dedalus - 09/11/2021 21:03:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Tutti potremmo esser poeti, qualcuno dice - basta scrivere quello che si ha dentro – in realtà non è proprio così, bisogna riuscire a narrarsi usando un dire che riesca a divenir poesia, ad esser parola di grande intensità, originalità e forza oltre ad una grande capacità espressiva. Il testo deve giungere al lettore spontaneo, mai forzato, fluido e privo di arzigogoli, oltre che ricco di suono e proprio in ciò la poetessa riesce a darci spunti come "Tutto sta nella bruma come in un velo/ogni corpo misterioso ed assente nei suoi dettagli/i passi e i passanti le vuote panchine". Non voglio andare oltre nel citare altri versi, sarebbe un ripetersi, bastano semplicemente le predette impressioni che mi suscitano di volta in volta i testi dell’autrice.

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